Lo spettacolo teatrale “Tebe contro Tebe” a Novara.

Scritto e diretto da Scilla Gerace e Davide Petrillo
Aiuto-regia: Valentina Genero
Disegno luci e audio di Christian Pascolutti
Grafiche e locandina di Nicola Quadrelli
Con la supervisione di Fiammetta Fazio, Antonella Floridi e Annalisa Ferruta

IN SCENA
Alessia Salvo, Marta Fontana, Erik Rabozzi, Nicole Carena, Giulia Dimaria, Alice Milos, Lucrezia Maria Balbo, Giorgia Vanolo, Guglielmo Balboni, Simone Sole, Sofia Montalenti, Francesca Badà, Luca Sacco, Simona Lekaj, Carola Caranti, Matilde Minardi, Agata Orrico, Ginevra Guariento, Viola Freguglia, Silvia Facchetti, Yasmin Bissat

Lo spettacolo è andato in scena il 10 Giugno 2025 presso il Nuovo Teatro Faraggiana di Novara ed è stato accolto positivamente dagli spettatori, tra i quali anche alcuni professionisti del settore, che hanno giudicato l’opera “forte e incisiva”, ma soprattutto “necessaria” in questo periodo in cui le guerre sembrano essere l’unica risposta nelle relazioni conflittuali, che siano geopolitiche o personali.

L’opera porta in scena una drammaturgia in gran parte originale, liberamente ispirata alla tragedia “I Sette Contro Tebe” di Eschilo; da cui attinge per la tematica del conflitto. In questa reinterpretazione, la guerra per il controllo di Tebe è già avvenuta; e i due fratelli Eteocle e Polinice si ritrovano nell’Ade insieme ai loro eserciti, impossibilitati ad “andare oltre”. La ricerca di una soluzione viene proposta da Edipo, padre dei due giovani principi, che narra di come i loro corpi e quelli dei loro soldati siano stati seppelliti male, spaiati, alla rinfusa; impedendo alle loro anime di accedere alla pace eterna. Solo un confronto diretto tra i due e l’incontro con personaggi quali Ismene, Antigone e Tiresia porterà i due fratelli alla comprensione dei loro errori; dell’arroganza che li ha portati non solo alla morte uno per mano dell’altro, ma alla caduta della città che avevano promesso di difendere.

Quest’opera trova origine in una primaria idea, che affiancava la nota tragedia di Eschilo al romanzo “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque, per una regia indirizzata a una rappresentazione a quadri di momenti di conflitto tra giovani ragazzi. Lo spettacolo finale ha mantenuto l’ispirazione di partenza, sacrificando in parte il lavoro a quadri per concentrarsi nuovamente sullo studio corale; ma questa volta a favore di una tragicommedia dai toni più oscuri, a differenza delle sfumature più comiche e grottesche della precedente trilogia dedicata alle commedie di Aristofane. Il percorso laboratoriale ha richiesto un impegno da parte dei ragazzi e un cambio di sguardo, che è stato pienamente compreso e lavorato con grande partecipazione da parte di tutti gli attori. Il risultato finale è un’opera che parla al nostro tempo; che segue lo stile seminato in questi anni dai registi e dagli attori veterani del gruppo e che restituisce la potenza dei grandi classici greci.

In questo senso, crediamo sia importante che gli studenti abbiano fatto questa esperienza, indossando le divise di eserciti già sconfitti che devono trovare un senso al loro triste destino. E il senso è tutto nella canzone finale: “L’epitaffio di Sicilo”, la più antica canzone ritrovata con la propria melodia, risalente al I secolo a.C.